La nuova raccolta di versi di Alberto Toni, «Et allons» (Edizioni Progetto Cultura), prende spunto e titolo da un verso della «Saison en enfer» di Rimbaud, per percorrere una sua propria stagione in cui la parola scritta si fa strumento di indagine. «Linea / sarà, non di guida, ma almeno di forza», il senso dell'esperienza, per tentativi, del conoscere. La perentorietà del dettato suscita quindi domande sfidando l'inquietudine delle risposte, per «sfrondare, spargere un nodo, una richiesta». È una poesia pervasa dal senso della precarietà, immaginando un riscatto possibile solo nel reale. Ma «la spinta contro / il vuoto è sostenuta dalle infinite preghiere / di una rinascita così a lungo attesa», in cui si fa strada l'idea di una nuova partenza (centrale nella poetica di Toni) nel confronto con l'aspra contraddittorietà della vita. Ma è «lieta la vita, / non confusa nel programma dei massimi / sistemi».
Perciò nella solitudine anche dell'anima prostrata, il poeta sa che l'unica scelta possibile e meritevole è una strada di verità.
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